CO-PROGRAMMARE E CO-PROGETTARE PER LA CRESCITA DELLE COMUNITÀ

Il Giornale Radio Sociale ha realizzato un approfondimento sui temi trattati durante il seminario di presentazione del nuovo percorso di FQTS che si è tenuto online lo scorso 5 marzo, con la partecipazione di 1.000 persone.

Il progetto FQTS, al suo 14 anno, continua a portare formazione e competenze al Terzo settore nelle regioni meridionali, grazie all’impegno dei promotori Csvnet e Forum Terzo settore, e al sostegno della Fondazione CON IL SUD.

Alcuni numeri del progetto: 14 anni di attività, 4mila organizzazioni non profit coinvolte, 10mila ore di formazione erogate a 30mila destinatari. FQTS negli anni si è spinto oltre i confini della formazione tradizionale investendo molto sulle nuove tecnologie e sulla formazione a distanza, anticipando così strategie e modalità che la pandemia ha imposto. Per questa nuova edizione sono coinvolti 348 enti o reti di organizzazioni, con l’obiettivo di arrivare a coprire un quarto dei comuni delle sei regioni del Sud e raggiungendo per ogni annualità quasi 4.000 persone in formazione.

Attraverso la costruzione di reti e relazioni – tra persone nelle comunità – e con un modo innovativo di fare formazione, FQTS contribuisce alla crescita di un territorio già ricco di potenzialità, nel quale consolidare le comunità e rafforzare il loro rapporto con le istituzioni. Tra i temi principali della formazione di quest’anno c’è infatti quello della co-programmazione e co-progettazione, ossia le modalità di collaborazione tra Pubblica Amministrazione ed Enti di Terzo settore. Questo è un orientamento che traduce nei fatti il principio costituzionale di sussidiarietà e che ha avuto un punto di snodo nell’art. 55 del Codice del Terzo settore. Non senza criticità nell’interpretazione, che hanno creato una serie di incertezze, definitivamente terminate con una sentenza della Corte costituzionale che ha dato piena legittimazione all’articolo in questione. Lo ha raccontato Stefano Tabò, presidente di CSVnet: “parlare di co-programmazione e co-progettazione non significa solo parlare di una norma o di una sentenza della Corte Costituzionale, ma di una visione, di una speranza e di un’energia da cui attingere e da trasmettere. La norma rimanda ad un senso dell’essere insieme e fare comunità, quindi al senso della democrazia”.

L’emergenza in corso ha accelerato la percezione che da soli non si può fare la differenza, che le persone, le organizzazioni di terzo settore e le istituzioni devono mettersi in rete e collaborare per essere più efficaci e forti, per costruire progresso e prospettive di benessere. Ma per farlo è necessario un investimento strutturale nella formazione. Così Claudia Fiaschi, portavoce del Forum Terzo Settore: “la questione del saper fare rete e dell’essere reti rappresenta un gradino in più nella nostra capacità di esercitare la libertà  e la responsabilità civica dentro le nostre comunità. Il tema delle competenze è un tema centrale perché fare rete significa sintonizzarsi anche su cose che non si conoscono, sul talento degli altri invece che solo sul proprio, sul riconoscere la capacità di dono e di relazione con la comunità degli altri ed essere in grado di valorizzare in modo integrativo quell’apporto rispetto al proprio, non in maniera competitiva. E questa è una competenza che non si improvvisa ma per la quale è necessaria la formazione”.

Se co-progettare significa decidere insieme come fare un intervento e co-programmare quali obiettivi darsi e quali risorse utilizzare, l’esperienza degli ultimi anni ci dimostra che il Terzo settore questo lo fa da tempo, e lo fa con buoni risultati. Accanto a questo serve però che lo sappiano fare, con adeguata preparazione, anche i livelli delle amministrazioni. Carlo Borgomeo, presidente della Fondazione CON IL SUD: “questa opportunità prevista dal Codice del Terzo settore non è una conquista, è una strada che si apre e che bisogna percorrere con un pò di fatica, perché è una grande innovazione. Non bisogna solo aspettare che arrivino i decreti di attuazione, le procedure attuative relative alla riforma, etc. Questa è infatti un’opportunità per cambiare. Il vero cambiamento e la vera innovazione si fanno sia cercando alleanze con le amministrazioni più virtuose, sia invece facendo delle battaglie, cercando il consenso, spiegando ai cittadini quale è la proposta delle organizzazioni di Terzo settore”.

Agli Enti di terzo Settore rimangono un ruolo e una responsabilità fondamentali nel farsi portatori delle attese, dei bisogni e dei diritti della comunità. Il Percorso di FQTS è un primo e importante passo per produrre sviluppo e diventare attori capaci e responsabili di un cambiamento possibile nei territori e nelle comunità.

Ascolta l’audio integrale dell’approfondimento curato dal Giornale Radio Sociale.